Okinawa
di Marco Forti
Il nome Okinawa (沖縄) significa letteralmente «corda in mare aperto» ed è la sua particolare posizione geografica ad aver determinato il suo ruolo nella storia.
L’evoluzione di Okinawa dalle tribù del Neolitico al periodo delle città-stato riflette, seppur in scala minore, quella di altre culture.
È tra l’undicesimo ed il dodicesimo secolo che, contestualmente all’affermarsi dell’agricoltura, capitribù locali chiamati Aji (o Anji) acquisirono potere politico, costruirono castelli (chiamati Gusuku) per fortificare i loro terreni ed iniziarono aspre lotte per affermare la loro supremazia sul territorio. Questo periodo è chiamato proprio Periodo Gusuku.
Agli albori del XIV secolo si erano affermate tre casate ed Okinawa era divisa in tre centri di potere: Nanzan (montagna del sud), Chuzan (montagna del centro), ed Hokuzan (montagna del nord).
Questo periodo è conosciuto come Periodo Sanzan (Periodo delle tre montagne).
L’evoluzione culturale di Okinawa passa attraverso gli scambi commerciali con il Giappone e, a partire dalla seconda metà del quattordicesimo secolo, con la Cina.
In questo periodo la Cina, contestualmente all’affermazione della Dinastia Ming, assunse un ruolo centrale in estremo oriente. Le nazioni vicine, Giappone incluso, instaurarono relazioni commerciali.
La particolare posizione geografica delle Ryukyu e la ricchezza di porti naturali fecero sì che l’arcipelago divenisse uno scalo abituale per i mercanti in viaggio ed anche Okinawa (in particolare il Regno di Chuzan) unì ai già fiorenti scambi commerciali con la Cina e con il Giappone, quelli con la Corea ed il Sudest asiatico (dal Siam, alle Filippine, a Java).
Nel 1372 le relazioni commerciali con la Cina si trasformarono in una vera e propria relazione di vassallaggio tributario.
Nel 1392 un gruppo di funzionari civili e militari cinesi, conosciuti come le 36 Famiglie di Fukien arrivarono ad Okinawa e fondarono il villaggio di Kume che divenne la finestra sulla cultura cinese nel Regno delle Ryukyu. Chuzan e Nanzan iniziarono in questo periodo ad inviare i propri Ryugakusei (studenti) a studiare presso la scuola di amministrazione Guozijian di Pechino per formare funzionari statali.
Nel 1404 il primo Imperatore della dinastia Ming inviò il suo primo sapposhi (inviato) a Chuzan, e questo avvenimento marcò l’inizio di una prassi, quella di ricevere inviati cinesi, ogni volta che si verificava l’ascensione al trono di un nuovo Re ad Okinawa; prassi che si protrasse per quasi cinque secoli.
Nel 1429 – durante il periodo passato alla storia come «i grandi giorni di Chuzan» – i tre regni di Okinawa vennero unificati da Sho Hashi, dando vita al Regno delle Ryukyu.
Il re Sho Shin, emanò nel 1507 due mandati importanti. Il primo, finalizzato a ridurre il rischio di ribellioni armate, fissò l’obbligo di depositare le armi in eccesso – vale a dire quelle non assegnate alle forze armate – in un apposita armeria del castello di Shuri per essere utilizzate solo in periodi di emergenza bellica.
Il secondo mandato consolidava il potere del re obbligando gli Aji a prendere residenza a Shuri.
In questo periodo Okinawa, seppur in relazione tributaria con la Cina, visse un periodo florido in cui si affermò come nazione indipendente ed incrementò i traffici commerciali.
Nel sedicesimo secolo Okinawa viene addirittura paragonata a Venezia, una delle più ricche città del rinascimento. Okinawa era una potenza mercantile che offriva ospitalità a chi era interessato al commercio ma non aveva accreditamenti diplomatici.
Questa sua posizione di vantaggio restò pressoché inalterata fino agli inizi del diciassettesimo secolo, quando le potenzialità di commercio con la Cina e il Giappone vennero fortemente ridotte a causa dell’ingerenza europea e dei pirati giapponesi.
Dopo aver perso contro Ieyasu Tokugawa nella battaglia di Sekigahara (1600), i Satsuma vennero relegati nei loro possedimenti a sud dell’isola di Kyushu.
È interessante notare che già nel 1543 alcuni mercanti giapponesi avevano venduto le prime armi da fuoco – acquistate dai mercanti portoghesi – alla famiglia Shimazu e nel 1590 gli archibugi erano armi di uso comune sui campi di battaglia in Giappone.
Cercando il placet dello Shogun, nel 1606, il signore dei Satsuma, Yoshihisa Shimazu, chiese ad Okinawa di rendere omaggio ai Tokugawa, ora regnanti del Giappone.
La petizione venne ignorata dalla corte di Okinawa e questo offrì ai Satsuma l’opportunità di guadagnare favori dallo Shogun offrendosi di punire Okinawa per non essersi sottomessa allo Shogunato.
Ieyasu Tokugawa accolse la richiesta dei Satsuma consapevole che questo avrebbe tenuto il clan occupato con affari esterni al Giappone e, allo stesso tempo, avrebbe tenuto a freno i tentativi di invasione di Okinawa da parte degli europei.
Allo stesso modo i Satsuma vedevano l’opportunità di rimpinguare le loro finanze dopo i numerosi anni di guerra, visto che non avrebbero potuto tentare di espandersi verso nord.
Nel 1609 tremila guerrieri del clan Satsuma invasero Okinawa e neutralizzarono la resistenza degli isolani grazie all’uso delle armi da fuoco. Nel 1611 i Satsuma bandirono ogni tipo di arma.
In seguito al successo della loro invasione, i Satsuma organizzarono una rete di spie e informatori, iniziarono ad imporre tributi alla popolazione e presero il controllo delle attività più lucrative. Obbligarono inoltre il re e gli alti dignitari a giurare fedeltà al Clan Satsuma.
Mentre l’isola di Amami, la più settentrionale venne posta sotto il controllo diretto dei Satsuma e venne integrata nello shogunato giapponese, il resto del Regno rimase in una sorta di giurisdizione semicoloniale in grado di mantenere le proprie strutture amministrative intatte ed un’apparenza di sovranità.
Il continuare a considerare il Regno delle Ryukyu come nazione indipendente era peraltro interesse politico ed economico dello stesso clan Satsuma poiché Okinawa, al contrario del Giappone, continuava ad avere proficue relazioni commerciali con la Cina.
Questa situazione consentì al Regno delle Ryukyu di continuare a prosperare come nazione apparentemente indipendente fino al 1879, quando a seguito delle riforme conseguenti alla restaurazione Meiji (1868) venne annesso al Giappone con il nome di Prefettura di Okinawa.
Nello stesso anno venne abolita la nobiltà e furono definitivamente interrotte le relazioni tributarie con la Cina.
– FINE PRIMA PARTE –
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