I dieci precetti sul Karate di Itosu

I dieci precetti sul Karate di Itosu

Il Tōde Jūkun (唐手十勲 o “dieci precetti sul Tōde”) è un documento scritto da Itosu Ankō nel 1908, sotto forma di lettera, per portare all’attenzione dei ministri dell’Educazione e della Guerra le potenzialità dell’arte di Okinawa, quale strumento utile per contribuire alla preparazione militare dei giovani.

Tōde Jūkun

di Itosu Ankō
Traduzione dal giapponese all’inglese: Patrick McCarthy
Traduzione dall’inglese all’italiano: Marco Forti

Il Karate non discende dal Buddhismo o dal Confucianesimo. Nei giorni antichi due correnti del karate, gli stili Shorin e Shorei, vennero introdotte dalla Cina.
Entrambe supportano solidi principi ed è vitale che vengano preservate e non alterate. Per questo motivo menzionerò qui ciò che si deve sapere sul karate.

  1. Il Karate non ha il solo scopo di disciplinare il fisico. Se e quando si verifica la necessità di combattere per una giusta causa, il Karate fornisce la forza d’animo per rischiare la propria vita a supporto della giustizia. Non è finalizzato all’uso contro un singolo avversario ma la sua conoscenza deve servire come mezzo per evitare di ferire inutilmente gli altri con l’uso delle mani e dei piedi, anche qualora ci si trovasse a dover fronteggiare un malintenzionato.
  2. Lo scopo principale dell’allenamento nel karate è quello di rafforzare i muscoli rendendo il fisico forte come ferro e pietra; in questo modo le mani e i piedi potranno essere usati come armi, allo stesso modo di lance e alabarde. L’allenamento nel Karate inculca il senso del coraggio e del valore nei bambini e la sua introduzione dovrebbe essere incoraggiata nelle nostre scuole elementari. Non dimenticate cosa disse il Duca di Wellington dopo aver sconfitto l’Imperatore Napoleone: “La vittoria di oggi è stata ottenuta grazie alla disciplina coltivata nei terreni di gioco delle nostre scuole elementari.”
  3. Il Karate non può essere appreso adeguatamente in un breve lasso di tempo. Come un toro intorpidito che indipendentemente dalla lentezza con cui si muove è in grado di coprire migliaia di miglia, allo stesso modo chi si impegna nello studio diligente per due o tre ore ogni giorno, dopo tre o quattro anni di sforzo incessante vedrà il proprio corpo profondamente trasformato, a rivelare la vera essenza del Karate.
  4. Uno dei punti più importanti nel karate è l’allenamento delle mani e dei piedi. Per questo motivo è necessario fare sempre uso del makiwara. Per potersi allenare efficacemente abbassate le spalle, aprite i polmoni, focalizzate la vostra energia, fate presa fermamente sul terreno per radicare la vostra postura e abbassate il vostro “Ki” (forza vitale) nel tanden (sotto l’ombelico). Seguendo questa procedura eseguite da cento a duecento tsuki (colpi) per braccio ogni giorno.
  5. Si deve mantenere una posizione eretta nell’allenamento delle posizioni del Karate. La schiena deve essere dritta, i lombi devono essere spinti in avanti e le spalle devono rimanere rilassate, mentre si mantiene una potenza flessibile nelle gambe. Rilassatevi e mantenete collegate le parti superiore ed inferiore del corpo con la forza del Ki focalizzata nel tanden.
  6. Trasmessi oralmente, i kata del Karate contengono una miriade di tecniche e relativi significati. La decisione di esplorare in modo indipendente il contesto di queste tecniche, osservando i principi del “Tuidi” (teoria dell’uso) porterà ad una più agevole comprensione delle applicazioni pratiche.
  7. Nell’allenamento del Karate si deve decidere se la pratica deve essere finalizzata alla difesa o allo sviluppo della forma fisica.
  8. L’intensità è un argomento importante nell’allenamento del Karate. Immaginare di essere sul terreno di battaglia durante l’allenamento migliora la progressione. Per questo gli occhi devono esprimere fierezza mentre si abbassano le spalle e si contrae il corpo assestando il colpo. L’allenamento con questo spirito prepara per il combattimento reale.
  9. L’intensità dell’allenamento deve essere proporzionata alla resistenza e alla condizione fisica. La pratica eccessiva è pericolosa per il corpo e può essere riconosciuta dall’arrossamento del viso e degli occhi.
  10. I praticanti di Karate normalmente godono di una vita lunga e sana grazie ai benefici dell’allenamento incessante. La pratica rinforza i muscoli e le ossa, migliora gli organi della digestione e regola la circolazione del sangue. Per questo, se lo studio del Karate verrà introdotto nel programma atletico fin dalle scuole elementari e praticato estensivamente potremo forgiare uomini con incommensurabili capacità difensive.

Con questi insegnamenti in mente, è mia convinzione che se gli studenti dello “Shihan Chugakko” (antico nome della scuola per la formazione degli insegnanti) praticheranno con dedizione, potranno, dopo il diploma, introdurre il Karate a livello locale, vale a dire nelle scuole elementari.
In questo modo il Karate potrà essere diffuso nell’intera nazione, non solo apportando benefici ai singoli ma costituendo un’enorme risorsa per le nostre forze militari.

Itosu Ankō
Ottobre 1908